Caro Massimo,
non ci vuole un dantista, sicuramente, ma un po’ di decenza magari sì.
Siamo ancora sul piano delle congetture: non mi ha ancora spiegato secondo quali indicatori le poesie sono la sequenza di aggettivi da lei elencati.
L’attacco è stato suo, quindi non venga adesso a imbastire discorsi sulla presa di distanza: usa locuzioni giornalistiche quali “resta da evidenziare un dato sconfortante” e poi pretende che la si prenda sul serio quando parla di stile. L’incompetenza di cui parlo la deduco dalla totale e incondizionata mancanza di argomentazioni, fino a qui patente.
Le lascio persino il narcisismo: nella difesa del mio lavoro ho accettato sempre volentieri i commenti negativi che mi sono stati posti con cognizione di causa. Lei invece viene qui, commenta negativamente, le si chiedono informazioni in merito e lei si ritrae, schermendosi dietro l’ironia come uno scolaretto impreparato.
Non faccia discorsi vaneggianti sul mio carattere o sulla mia indole: lei non mi conosce.
Io, viceversa, non conosco lei, e nel suo caso non mi permetto di farlo.
Stia bene,
Daniele